L’importanza di affrontare le difficoltà
Raggiungiamo davvero i nostri obiettivi, non quando evitiamo le difficoltà, ma quando impariamo ad affrontarle senza scorciatoie.
A volte, tutto quello che desideriamo è avere una vita senza problemi, riuscire a raggiungere i nostri obiettivi senza troppa fatica, ed ottenere così risultati senza alcuno sforzo. In realtà, tale desiderio non sempre può avere risvolti positivi per noi stessi. Difficoltà, problemi ed ostacoli non vanno certo ricercati, ma evitarli è un errore ancor più grave. Le difficoltà possono essere lette come allenamento per raggiungere gli obiettivi.
Di Tony Schwartz – Harvard Business Review
I problemi che affrontiamo, spesso, appaiono complessi ed irrisolvibili. Albert Einstein diceva: “Non possiamo risolvere i nostri problemi rimanendo allo stesso livello di pensiero che li ha creati”. Quindi, cosa ci vuole per aumentare la complessità del pensiero?
Troppi leader tendono a considerare le decisioni come mere alternative: la risposta è giusta o sbagliata, buona o cattiva, vincere o perdere. Questo pensiero binario ha un limite: il superamento di una determinata soluzione alla fine genera il problema opposto.
Considera la storia del consulente che deve rispondere alla preoccupazione dell’amministratore delegato preoccupato che il processo decisionale nella sua organizzazione sia diventato troppo centralizzato. La soluzione del consulente? Un piano dettagliato per decentralizzare. Tre anni dopo l’amministratore delegato chiama il consulente, preoccupato che il processo decisionale sia ora troppo decentralizzato. La soluzione? Un piano dettagliato per centralizzare.
Le risposte semplici ci fanno sentire più sicuri, soprattutto in tempi di rottura e cambiamenti costanti. Ma piuttosto che certezza, i leader moderni hanno bisogno di coltivare consapevolmente la capacità di andare oltre, per approfondire, ampliare e allargare l’orizzonte delle loro prospettive. L’approfondimento dipende dalla nostra volontà di sfidare i nostri punti ciechi. Ampliare significa prendere in considerazione più prospettive al fine di affrontare i problemi da molteplici punti di vista. Allargare l’orizzonte richiede di concentrarsi non solo sulle conseguenze immediate di una decisione, ma anche sul suo probabile impatto nel tempo.
Per modificare quindi il proprio pensiero, è possibile ricorrere a 3 concetti fondamentali.
1) Sfida le tue convinzioni. Questa pratica inizia ponendo due domande chiave di fronte a qualsiasi decisione difficile: “Cosa non vedo qui?” e “Cos’altro potrebbe essere vero?”
La maggior parte di noi tende, di default, a concentrarsi su ciò che già conosce. La distorsione di conferma influisce sulla nostra capacità di vedere di più. All’inizio dell’infanzia iniziamo a sviluppare una narrativa interna su come funziona il mondo e su ciò che pensiamo sia vero. Nel corso del tempo, senza rendercene conto, arriviamo a credere che la nostra storia sia reale. Ma, “Un uomo sente ciò che vuole sentire e trascura il resto”. La distorsione di conferma ci fa sentire più sicuri, ma ci impedisce di vedere oltre e prendere in considerazione le alternative.
La realtà è che qualsiasi punto di forza può essere abusato e distorto. Pensa per un momento a uno dei tuoi punti di forza primari. Poi chiediti: “Che aspetto ha quando lo uso troppo? Qual è il costo della mia efficacia e qual è la qualità di bilanciamento che devo coltivare? “Ad esempio, troppa fiducia alla fine si trasforma in arroganza. Finché restiamo nella mentalità che l’unica alternativa alla fiducia è l’insicurezza, è molto meno probabile che sviluppiamo la qualità di equilibrio dell’umiltà, che è fondamentale per considerare più prospettive.
2) Svolgi prima il compito più difficile. La maggior parte dei leader che incontriamo ha il calendario pieno di appuntamenti e attività. Ma le richieste inarrestabili e la pressione, rendono difficile lo sviluppo di un pensiero più complesso.
Uno dei rituali da attuare, è quello di affrontare la sfida/il compito più difficile come priorità di lavoro della giornata, per almeno 60 minuti senza interruzione. La pianificazione di questa pratica è un modo per garantire tempo e attenzione alle questioni complesse, che altrimenti potrebbero essere accantonate per priorità più urgenti, ma meno impegnative intellettualmente e di valore inferiore.
3) Presta molta attenzione a come ti senti. Abbracciare la complessità non è solo una sfida cognitiva, ma anche emotiva. In parte, si tratta di imparare a gestire le emozioni negative, soprattutto la rabbia e la paura. Quando entriamo in uno stato di ansia, preoccupazione, la nostra visione si restringe e diventiamo meno capaci di riflettere. In questi momenti la nostra attenzione si sposta automaticamente dal problema (o dall’attività difficoltosa) ad un compito più semplice.
Quando siamo stressati, sarebbe utile ricordare di fare un respiro profondo oppure staccare per 5/10 minuti; questo può essere un modo efficace per mantenere l’equilibrio fisiologico ed emotivo.
Gestire la complessità richiede coraggio e volontà di sedersi nel disagio dell’incertezza e lasciare che i suoi fiumi ci attraversino. “Nei sistemi complessi“, afferma il consulente per la leadership Zafar Achi, “non esiste una ricetta, solo l’arte“.